Pillole di esperienza – MI PRENDO CURA DELLA PELLE

Come è fatta la pelle (in breve)

La pelle è composta da tre strati principali, ciascuno dei quali svolge funzioni diverse e, a loro volta, sono suddivisi in ulteriori strati:

  • L’epidermide è lo strato superficiale ed è divisa in strati che dipendono dallo stato di maturazione delle cellule di cui è composta. Esse originano nello strato più profondo dell’epidermide e migrano progressivamente verso la superficie subendo un processo di differenziazione definito cheratinizzazione.
    Lo strato superficiale dell’epidermide è lo strato corneo, solitamente di uno spessore equivalente a 3-4 strati di cellule che assomigliano a “tegole” sovrapposte espletando la loro funzione di protezione alle strutture sottostanti. Le cellule che formano queste lamine sono destinate a desquamarsi per essere sostituite da cellule nuove.
  • Il derma (parte intermedia) è formato da tessuto connettivo, molle ed elastico che permette alla pelle di mantenersi elastica e tesa, consentendo un’adeguata protezione di tutto il corpo. È percorso da capillarivasi linfatici e recettori nervosi responsabili del senso del tatto e del dolore quando vengono scoperti, per esempio in caso di erosione cutanea, oppure quando vengono coinvolti in un processo di infiammazione locale.
  • L’ipoderma o sottocute (strato più interno) si collega ai tessuti interni, permettendo l’ancoraggio su muscoli ed ossa ed assecondando l’aderenza della pelle durante i movimento del corpo.

La pelle ha un suo specifico pH. Il pH definisce l’acidità o la basicità di una sostanza e quello cutaneo varia a secondo della singola persona e a quale parte del corpo prendiamo in considerazione. Ad esempio quello che generalmente viene rilevato sull’addome è intorno a un valore di 4,7.

È molto importante mantenere un pH ottimale poiché contribuisce alla difesa nei confronti dei microrganismi “ostili” senza però disturbare la flora batterica “buona”. Un aumento del pH cutaneo può favorire, specie in quelle regioni corporee caratterizzate da macerazione, lo sviluppo di infezioni da miceti (funghi) o batteriche.
Riassumendo, il mantenimento del pH cutaneo riveste un ruolo di fondamentale importanza in quella che è la funzione barriera esercitata dalla nostra pelle.

L’epidermide è ricoperta dal film idrolipidico le cui funzioni sono numerose. Innanzitutto mantenere idratato lo strato corneo soprattutto grazie alla sua composizione lipidica (grassi).

In questo prezioso film idrolipidico sono presenti degli acidi grassi dotati anche di azione tossica nei confronti dei microrganismi capaci di sviluppare patologie. Il film idrolipidico è inoltre responsabile del mantenimento del pH acido ottimale che, come abbiamo già visto,  rappresenta un ulteriore mezzo di difesa contro la colonizzazione di germi capaci di sviluppare infezioni.

Queste brevi note di anatomia sono fondamentali per comprendere tante delle raccomandazioni che seguiranno nelle “prossime puntate”; una per tutte: rispettare la cute a partire dal detergente usato che deve rispettare il pH e non essere aggressivo sul film idrolipidico.

Un esempio è fornito dalla credenza che il sapone di Marsiglia sia ottimo per l’igiene. Questo sapone ha un pH che si aggira intorno a 10,5/11 ed ha un’elevata capacità di sciogliere i grassi. Poteva trovare giustificazione quando ci si lavava due volte l’anno e lo strato di sporco era notevole!

Un detergente leggermente acido, liquido, usato in modica quantità e facilmente risciacquabile è invece un buon compromesso fra la necessità di igiene e rispetto della cute.

Vita Calandrino – 11/2021

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